Ashley Laminates Ltd. era una compagnia inglese sorta nel 1955, specializzata, come molti piccoli artigiani Inglesi, nella realizzazione di telai in tubolare su cui venivano realizzate carrozzerie in vetroresina.

La Compagnia è stata fondata nel 1955 da Peter Pellandine e Keith Waddington. Il nome “Ashley” fu scelto poiché era il nome della casa di Peter Pellandine a Woodford Green. Progettarono e costruirono la loro prima auto usando GRP per la scocca. I due soci allestirono una piccola fabbrica in un garage accanto al Robin Hood Inn di Loughton, nell’Essex; il garage ha ora lasciato il posto al parcheggio di un pub.

Alla fine del 1956, Pellandine lasciò la compagnia per fondare la Falcon Shells. Pellandine portò con sé i diritti e le attrezzature per la realizzazione della scocca a passo corto per la Ashley 750 e la Sports Racer, che continuò a produrre rispettivamente come Falcon Mark 1 e Mark 2.

Nel 1958, per aumentare l’area produttiva, Ashley Laminates si trasferì a Potteries nell’Upshire, pur mantenendo i locali di Loughton come showroom. Presentò anche una nuova scocca, la 1172 e il telaio Regent, e nel 1960 cominciò la realizzazione della versione Sportiva.

Nel 1961 la compagnia si trasferì di nuovo, questa volta a Bush Fair, Harlow, ma l’anno successivo la produzione di scocche fu interrotta quando il mercato degli specials diminuì, a causa di una modifica delle regole sull’imposta sulle vendite.

L’azienda, tuttavia, continuò a fabbricare hardtops e cofani in vetroresina per auto sportive.

Le informazioni storiche dicono che dal 1963 in poi la compagnia cambiò nome in Ashley Auto Improvements e si trasferì, questa volta a Bishops Stortford nell’Hertfordshire.

Keith Waddington morì a metà degli anni ’60, ma la compagnia continuò a funzionare fino al 1972.

L’Ashley che stiamo proponendo è un modello realizzato nel 1959 dotato di motore Ford quattro cilindri da 1172 cm3 Sidevalve.

L’auto è stata ristrutturata professionalmente negli UK, motore totalmente rifatto, da circa 1000 km, ha una linea affascinante che ricorda, in piccolo, l’Aston Martin DB4 GT Zagato del 1960.

Le prestazioni sono entusiasmanti nonostante i 60 anni, data la leggerezza (850 kg. circa) della vettura e un motore decisamente brillante.

L’unico limite è la sezione molto ridotta degli pneumatici che non rende molto facile la guida sul misto.

Sono stati realizzati pochissimi esemplari di questa auto, nello specifico si tratta della primissima serie con finestrini a manovella che, nella versione successiva, sono stati sostituiti dai finestrini in plexiglass a scorrimento, tipici delle auto sportive.

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